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È vero che i giovani non vogliono lavorare? Spoiler: no!

Gli adulti dicono spesso che i giovani non hanno voglia di fare niente, che sono dei buoni a nulla e che quando erano giovani non era certo così.

Ma siamo davvero sicuri di questo?

Ovviamente le generalizzazioni non vanno bene né in positivo né in negativo, ma parliamoci chiaro: forse, le generazioni più giovani hanno semplicemente un approccio diverso nei confronti del lavoro.

Esigenze diverse, obiettivi diversi, aspirazioni diverse.

Insomma, i tempi sono cambiati, ma non necessariamente in negativo come tanti sono disposti a credere. E in questo articolo cercheremo proprio di analizzare questa nuova prospettiva, tentando di spiegare perché è sbagliato pensare che i giovani non vogliano lavorare.

Sette motivi per cui i giovani hanno tanta voglia di lavorare (ma a certe condizioni)

giovani lavoratori con il braccio alzato in segno di vittoria | CVing

1. Non danno più importanza alle regole tradizionali del luogo di lavoro

La generazione Z ha standard lavorativi molto diversi rispetto alle generazioni precedenti.

Che cosa significa?

Significa che i giovani di oggi non lavoreranno per un’azienda in cui si fanno certe cose semplicemente perché ‘si è sempre fatto così’.

Vogliono svolgere le attività nel modo più efficiente e meno dispendioso possibile, ottenendo il massimo dei risultati.

Spesso però questo loro approccio viene confuso con la pigrizia. In realtà, molti giovani desiderano massimizzare le proprie risorse e ridurre al minimo il tempo da dedicare a questa o quell’attività, pur cercando sempre di ottenere risultati soddisfacenti.

2. Credono nella vita, non nell’equilibrio tra lavoro e vita privata

Il lavoro non è tutto ciò che i giovani desiderano nella vita e la maggior parte di loro non lo considera al primo posto nella scala dei valori.

Vorrebbero avere tempo per gli amici, la famiglia, gli hobby e altri piccoli piaceri e passatempi.

In altre parole lavorano per vivere, non vivono per lavorare.

Ecco perché nell’ultimo decennio concetti come lifestyle business e nomadismo digitale hanno guadagnato così tanta popolarità tra queste persone. Questa generazione vuole combinare la passione con il profitto e lavorare a lungo su progetti che la appassionano, piuttosto che aiutare qualcun altro a raggiungere il proprio obiettivo di profitto.

3. Non vogliono essere solo un altro ingranaggio della macchina

Tanti ragazzi che si affacciano adesso al mondo del lavoro vogliono sentirsi parte di qualcosa e sapere che il loro contributo è effettivamente rilevante all’interno dell’azienda.

Ad ogni modo, questo non vuol dire che vogliano sentirsi un mero numero (chi lo vorrebbe?).

Il punto è che non cercano un impiego con il solo obiettivo di pagare le bollette. Vogliono un lavoro con uno scopo e desiderano fare qualcosa di significativo nella vita.

Secondo recenti indagini, molti giovani affermano che il senso di responsabilità è il motivo principale per cui sceglierebbero di lavorare per una determinata azienda.

D’altra parte, la maggior parte delle imprese non offre ai propri giovani dipendenti l’ambiente desiderato: non è un caso che molti ritengano che il proprio attuale datore di lavoro non stia sfruttando appieno le loro competenze.

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4. Amano la flessibilità nel lavoro e la possibilità di essere padroni del proprio tempo

Millenial e Generazione Z sono abituati a rispondere alle e-mail, a fare telefonate e a risolvere problemi mentre sono in movimento.

Ecco perché non sentono il bisogno di rimanere ancorati alla loro scrivania durante l’orario di lavoro tradizionale.

Perché mai qualcuno dovrebbe passare otto ore davanti alla scrivania quando ha già terminato il suo programma giornaliero e può rispondere a qualche e-mail dalla vicina caffetteria? Non capiscono perché il lavoro debba essere riconosciuto solo se in presenza, a meno che la presenza fisica non sia davvero necessaria, ovviamente.

Questa generazione non vuole ripetere gli errori ei propri genitori che trascorrevano più di 60 ore alla settimana al lavoro, ma vuole tutto: una carriera di successo e una vita fuori dalla ‘corsa del topo’.

I giovani di oggi desiderano creare il loro ufficio ovunque si trovino e vogliono lavorare con orari flessibili.

5. Sono autonomi

La maggior parte di loro ha imparato a digitare e a usare Google sin dalla giovane età, il che è sicuramente una marcia in più sul lato lavorativo.

I giovani sanno come e dove trovare le informazioni di cui hanno bisogno e spesso sfruttano gli strumenti di apprendimento online gratuiti per acquisire le competenze mancanti.

Inoltre, sono cresciuti ascoltando storie di imprenditori ventenni che hanno lanciato aziende multimiliardarie da un dormitorio. Queste storie aiutano i neo lavoratori ambiziosi a sentirsi in grado di avere successo anche loro e raggiungere i propri obiettivi.

I giovani dirigenti di oggi non vogliono essere gestiti come dei manichini e ricevere prediche, ma vogliono essere coinvolti attivamente nel processo decisionale e sapere che la loro opinione conta.

lavoratore da remoto | CVing

6. Vogliono trasparenza

I lavoratori più giovani non si limitano ad annuire e a fare quello che viene detto loro dal manager, a meno che non vedano e capiscano la logica che sta dietro alla decisione.

Ma è anche vero che non vogliono sprecare il proprio tempo su cose che si basano sul ragionamento ‘sono il capo, ne so di più di te’. Vogliono conoscere le ragioni che risiedono dietro le decisioni più importanti.

Desiderano essere parte attiva del processo.

Magari non saranno sempre d’accordo, ma molti di loro apprezzeranno la franchezza.

7. Vogliono imparare dall’esperienza

Ci sono giovani piuttosto ambiziosi che non si accontentano di lavorare come dipendenti per il resto dei giorni, o altri che non si vedono a fare lo stesso lavoro per quarant’anni.

Desiderano fare nuove conoscenze ed esperienze dirette. Amano le sfide, vogliono mettersi in gioco e si concentrano sulla crescita personale. Molti di loro (e questo è un aspetto che li contraddistingue dalle vecchie generazioni) non pensano che la formazione sia finita il giorno in cui si sono laureati.

Scelgono corsi e formazioni basati sull’esperienza reale, piuttosto che perseguire un’altra laurea, certificazione o diploma da appendere in ufficio.

In poche parole, pensano che non si finisca mai di imparare e sanno che, per avere successo nella vita, devono sempre mettersi alla prova e imparare a uscire dalla zona di comfort.

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Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto alcune ragioni a sostegno della tesi che i giovani amino lavorare, seppur con un approccio mentale differente rispetto alle generazioni precedenti.

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