L’errore di molti è confondere la sindrome da burnout con lo stress, credendo che basti una pausa per tornare al lavoro con la produttività di un tempo.
Ma la verità è che una settimana di ferie non è sufficiente e, se non presa in tempo, la sindrome da burnout può diventare un serio problema.
Esatto, hai letto bene.
Ecco perché in questo articolo approfondiremo gli stati del burnout e vedremo alcuni consigli efficaci per prevenirlo sul posto di lavoro.
Sindrome da burnout: come riconoscerla e gestire i suoi primi sintomi
Queste le cinque fasi del burnout che (forse) non conoscevi
1. Fase della luna di miele
Sei entusiasta del lavoro che fai e di come lo fai. Creatività, energia e vitalità non ti mancano affatto, addirittura non ti dispiace saltare la pausa pranzo o lavorare fino a tardi perché sei felice del tuo nuovo posto di lavoro.
Purtroppo, la fase di luna di miele in un nuovo lavoro raramente dura per sempre. È qui che iniziamo a sviluppare schemi da cui è difficile uscire nelle fasi successive.
La buona notizia?
Con la giusta strategia e imparando a mantenere abitudini sane possiamo prolungare questa fase.
2. Equilibrio
Le cose vanno bene, ma il lavoro ha perso smalto.
Ci sono giorni buoni e giorni cattivi. Potresti notare che, anche se riesci a mantenere le prestazioni sul lavoro, ti ci vuole di più per farlo. Potresti iniziare a dimenticare le cose o a non riuscire a dormire a causa dell’insorgere dello stress.
3. Sintomi di stress cronico
Il più delle volte ti senti sotto stress e a disagio. Quando le persone ti fanno delle richieste, sia a casa che altrove, provi risentimento. In questi casi ci si sente esausti, apatici e si decide di affidarsi alla caffeina per affrontare la giornata.
Qualcuno inizia a sentirsi più triste, cinico e a dubitare che le cose possano cambiare.
Questa è la fase in cui si ha ‘paura della domenica’: in altre parole, si trascorrono i fine settimana sotto stress per la settimana lavorativa a venire.
4. Burnout
Cominci ad avvertire i sintomi mentali, emotivi e fisici del burnout. Potresti iniziare a saltare il lavoro, a procrastinare o a non rispettare le scadenze. Pensi di licenziarti, di scappare, di fare qualsiasi cosa per uscire dalla tua situazione attuale.
5. Enmeshment
Il termine ‘enmeshment’ significa che il burnout è diventato il tuo nuovo scenario predefinito. Potresti non essere in grado di ricordare un tempo in cui non ti sentivi così.
A questo punto, è possibile che ti venga diagnosticata l’ansia o la depressione prima di riconoscere il burnout come causa principale.
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Spoiler: stress e burnout non sono la stessa cosa! Quattro sintomi che aiuteranno a distinguerli
Molte persone considerano il burnout come stress e cercano di superarlo, ma stress e burnout non sono la stessa cosa.
La stanchezza che deriva dal burnout è diversa dallo stress che si prova dopo una lunga giornata o settimana di lavoro. E nonostante le controversie sull’incidenza del burnout, esso è reale.
La cattiva notizia? Non si può curare prendendosi una vacanza prolungata, rallentando o lavorando meno ore.
Una volta che il burnout ha preso piede, si è esaurita la benzina e si è persa ogni speranza di superare gli ostacoli.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha classificato ufficialmente come una diagnosi medica, includendo la condizione nella Classificazione Internazionale delle Malattie: “una sindrome concettualizzata come risultato di uno stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo”.
In particolare, il burnout è diagnosticato da quattro sintomi:
- sensazione di esaurimento delle energie, esaurimento e stanchezza;
- aumento della distanza mentale dal lavoro;
- sentimenti di negatività o cinismo legati al proprio lavoro;
- riduzione dell’efficacia professionale.
Un bel problema, non credi?
Vediamo dunque come porvi rimedio prima che la situazione diventi irreversibile.
Cinque consigli per affrontare il burnout sul posto di lavoro e vivere più serenamente
1. Stabilire i confini
Le persone hanno bisogno e hanno diritto a dei limiti.
Non siamo obbligati a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, nonostante le pressioni della società ci facciano credere di doverlo fare.
Dobbiamo riposare per il bene della nostra salute, compreso il sonno, le abitudini alimentari, il benessere fisico e la qualità della vita.
È importante ricordare anche che, se non ci poniamo dei limiti, le persone che ci circondano possono risentirne.
Per esempio, il burnout tra gli infermieri è associato a:
- una minore qualità dell’assistenza ai pazienti;
- un minore impegno sul posto di lavoro.
Ma anche i nostri cari possono risentirne. Possiamo portare a casa lo stress da lavoro e diventare più arrabbiati, meno solidali e più chiusi nei confronti dei nostri partner.
2. Rispettare gli impegni contrattuali
Controlla il tuo contratto di lavoro. Ricorda quante ore dovresti lavorare, quali sono le tue mansioni e attieniti a quanto stabilito: il lavoro per quanto possa dare, non ti ricambierà.
Se hai diritto alle ferie, prendile. Lo stesso principio vale per le assenze per malattia: se ne hai diritto, usufruiscine quando non stai bene e hai bisogno di cure.
3. Stabilire le proprie priorità
Devi sapere e tenere presente chi sei, cosa vuoi e come trascorrerai le tue giornate.
Chiediti perché fai il tuo lavoro e cosa vorresti ottenere da esso. Cosa sacrificheresti per arrivarci e cosa no? Cos’altro è fondamentale nella tua vita? Cosa non vorresti rimpiangere in seguito?
Prenditi del tempo per riflettere su queste domande e su come la tua vita si allinei alle tue priorità. Le tue giornate rispecchiano le tue preferenze? Se la risposta è no, perché e come?
Pensa a cosa puoi cambiare, prova a trascorrere le tue giornate in modo diverso e osserva il risultato. Se qualcosa funziona meglio, integrala nei tuoi rituali quotidiani; se non funziona, prova qualcosa di nuovo.
4. Parlare di burnout al lavoro
Non c’è molto che possiamo fare individualmente per affrontare il burnout.
Un problema come questo non deve mai essere preso sottogamba, e ti sorprenderà scoprire che ci potrebbero essere altrettante persone nella tua condizione. Ecco perché è importante non solo avere queste conversazioni con sé stessi, gli amici e la famiglia, ma anche sul posto di lavoro.
L’ideale sarebbe che le organizzazioni affrontassero il problema del burnout, in quanto questo è un problema al livello aziendale per due motivi:
- porta a un maggiore turnover dei dipendenti;
- causa una perdita di fatturato legata alla minore produttività.
Ma non è così semplice.
Spesso le aziende non riescono o non vogliono rendersi conto della situazione. E rispondono proponendo soluzioni individuali a quello che è invece un problema collettivo e sistemico: i programmi di benessere e i corsi di yoga non aiutano a risolvere il problema del sovraccarico di lavoro.
Se hai l’energia per cercare di affrontare il problema del sovraccarico di lavoro al livello organizzativo, inizia dalle piccole cose. Potresti parlare con colleghi fidati, confrontarti con le loro esperienze e condividere le loro storie, il che contribuisce ad aumentare la consapevolezza di come il burnout sia un problema collettivo più ampio.
5. Riconoscere che non si tratta di un problema tuo
Un ruolo più significativo spetta ai leader che hanno il potere e le risorse per cambiare il lavoro. Se i loro dipendenti vanno in burnout, è perché a loro sta bene così o perché non prestano la dovuta attenzione.
I leader responsabili dovrebbero contattare i dipendenti per informarsi su come stanno, come si trovano al lavoro e se stanno lavorando più del dovuto.
Ma soprattutto, devono capire in che modo la loro organizzazione contribuisca alla loro condizione. A tal fine, potrebbero chiedere come sia impostato il lavoro, come le tecnologie informatiche influiscano su di esso e come i dipendenti siano – o non siano – supportati.
In definitiva, se il superlavoro è radicato nella cultura aziendale, dobbiamo renderci conto che il problema è l’organizzazione.
E se il dipendente in questione non riesce a riconoscerlo, è compito di un buon datore di lavoro aiutarlo e renderlo più consapevole.
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Conclusioni
In questo articolo abbiamo parlato di un argomento molto importante che merita molta attenzione: la sindrome da burnout.
Imparare a riconoscerla è sicuramente il primo passo per prevenirla o combatterla prima che la situazione diventi ingestibile. Per questo, abbiamo visto alcuni consigli da applicare sul lavoro, fermo restando che, se dovessi renderti conto di essere a un punto di non ritorno, devi assolutamente chiedere aiuto e agire tempestivamente.
Buona fortuna per tutto. 🙏🏻