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Nomade digitale o lavoro in città? Cosa sapere prima di prendere una decisione definitiva

Sapevi che se in Italia tutti i lavoratori che ne hanno la possibilità lavorassero in smart working, ci sarebbe un aumento del PIL pari all’1,2%?

Già, ma i vantaggi non finiscono certo qui.

Se dunque vuoi saperne di più ma non sai ancora se questa modalità possa davvero fare al caso tuo, sappi che ti trovi nel posto giusto.

In questo articolo esamineremo i pro e i contro del lavoro da remoto e del nomadismo digitale, per aiutarti a capire quale sia la soluzione migliore per te.

Lavorare ovunque o in un posto fisso? Questo è il dilemma 🧐

nomade digitale lavoro | CVing

Nomade digitale vs. lavoratore da remoto (no, non sono la stessa cosa)

Anche se questi due termini possono sembrare intercambiabili, ci sono alcune differenze, seppure sottili.

Innanzitutto, bisogna ricordare che un lavoratore a distanza non ha bisogno di recarsi in ufficio: per esempio, può incontrare i clienti a casa sua o tramite Zoom.

Per quanto riguarda la parola ‘nomade’, invece, ricordiamo dai tempi della scuola che si riferisce a una persona senza una casa specifica, che vaga alla ricerca di cibo e che si stabilisce temporaneamente in un luogo finché il cibo non finisce.

Oggigiorno, ovviamente, il concetto è cambiato, ma ha mantenuto la sua essenza, ovvero la tendenza a non rimanere in un luogo fisso.

In sostanza, il nomade digitale è chi viaggia frequentemente da un Paese all’altro, vivendo in hotel, motel, ostelli, Airbnb o presso amici, familiari o colleghi, senza una sede stabile.

Ma non è tutto.

L’espressione ‘nomade digitale’ è spesso usata per descrivere un particolare stile di vita: questa persona può infatti lavorare in un’azienda propria o come freelance per un’altra azienda, in entrambi i casi con grande flessibilità lavorativa.

Quindi, per fare chiarezza, potremmo dire che il nomade digitale è un sottogruppo dello smart worker.

Ora, la pandemia ha aperto il vaso di Pandora e il lavoro da remoto è esploso nel nostro Paese, con i suoi pro e con i suoi contro. Infatti, se da una parte tanti lavoratori si sono adattati e hanno abbracciato questo nuovo modo di vivere il lavoro, altrettanti lo hanno vissuto come un’ulteriore fonte di stress e problemi.

Di certo lo saprai già.

L’errore più comune, purtroppo, è di credere che essere in smart working equivalga a stare tutto il giorno al computer, sempre disponibile e reperibile. Il che significa rischiare di compromettere ancora di più l’equilibrio tra lavoro e vita privata già piuttosto instabile.

E molti, invece, si sono fatti l’idea che il nomade digitale sia perennemente in vacanza. Un modo carino per dire che non fa nulla.

Ma, indovina un po’?

Lavorare da remoto, senza un ufficio, è tutt’altro che questo, sia che si tratti di smart working ‘semplice’ che di nomadismo digitale. Per molti, significa essere nuovamente padroni del proprio tempo e riprendere in mano le redini della propria vita, reimparando a vivere con il giusto ritmo e apprezzando le piccole cose.

Leggi anche: L’importanza del networking per trovare nuove opportunità di lavoro

Questi i principali vantaggi del nomadismo digitale e del lavoro da remoto che (forse) ti sorprenderanno

#1 Esposizione a esperienze culturali diverse

Dovresti sapere fin dall’inizio se ti piace entrare a contatto con ogni sorta di norme culturali, cibi, atteggiamenti lavorativi e altri parametri. Se la prospettiva sembra eccitante, il nomadismo digitale potrebbe essere quello che fa al caso tuo.

Molte persone apprezzano l’idea di vivere alcuni mesi in un Paese, per visitarlo e conoscere la sua cultura e le sue tradizioni, per poi passare a quello successivo.

Attenzione però: come abbiamo detto poco fa, molti potrebbero pensare che questo significhi non lavorare mai ed essere perennemente in vacanza.

Nulla di più sbagliato.

L’idea è, invece, di lavorare sodo e ritrovare l’equilibrio tra lavoro e vita privata e, quindi, darsi la possibilità di vivere e conoscere nuove realtà.

In altre parole, lavorare per vivere e non il contrario.

#2 Un mondo più pulito e… più ricco

Secondo alcune ricerche, il lavoro da remoto potrebbe seriamente ridurre le emissioni di CO2, diventando una scelta davvero green in un periodo in cui la questione ambientale è più che fondamentale.

Ma non è tutto.

Come abbiamo detto all’inizio, se in Italia tutti i lavoratori che sono in condizioni di farlo lavorassero in smart working ci sarebbe un aumento del PIL pari all’1,2%. Quindi, al di là del tempo risparmiato al livello personale, è possibile anche favorire l’economia del Paese.

Ma se l’Italia diventasse ‘la casa dei nomadi digitali’, si potrebbe temere un rischio di ‘svuotamento’ delle città, perché non sarebbero più la principale sede delle opportunità lavorative e perderebbero il ruolo svolto finora.

Eppure, se la vediamo da un’altra prospettiva, si potrebbe dare un valore diverso alle città e permettere ai paesini e ai borghi di ospitare nuove persone, favorendo una crescita del turismo che, in molte regioni italiane, è perlopiù limitata a certi periodi dell’anno.

#3 Ambiente di lavoro meno stressante

La lontananza dalla frenesia quotidiana, non dover fare il pendolare e non aver bisogno di un guardaroba professionale sono fattori che possono contribuire a migliorare l’ambiente di lavoro.

Non sarà la prima volta che ne senti parlare: alcuni studi hanno dimostrato che i lavoratori a distanza sono più produttivi e tendenzialmente più felici.

nomade digitale lavoro | CVing

Possibili svantaggi del nomadismo digitale e dello smart working (ma che possono essere risolti facilmente)

Proprio come gli altri lavoratori a domicilio, i nomadi digitali e, più in generale, i lavoratori a distanza, possono trovarsi alle prese con il senso di solitudine.

Questo è effettivamente il principale problema nelle discussioni tra i pro nomadismo e i pro città. Molti sono convinti che il fatto di non andare in ufficio significhi anche perdere quei momenti di convivialità che solo l’ufficio può offrire.

Va detto che è compito del singolo lavoratore sforzarsi di avere contatti con amici, colleghi e familiari. La solitudine è giusta e fa bene, ma va sempre bilanciata a momenti di socialità, indipendentemente dalla modalità di lavoro scelta.

C’è poi la questione del fuso orario.

A seconda del luogo verso cui viaggi, potresti trovarti ore avanti o indietro rispetto ai tuoi colleghi. In alcuni casi, il fuso orario potrebbe importi di lavorare di notte o al mattino presto.

Dunque, quando si valuta dove andare a lavorare è bene capire come i diversi fusi orari influenzino i tempi e le modalità di adempimento degli obblighi di lavoro e come stabilire i limiti con i colleghi o i clienti.

Per finire, veniamo a un altro problema: la connessione Internet.

Sappiamo tutti che le connessioni Wi-Fi degli hotspot e dei bar non sono sempre le più affidabili: può capitare di non riuscire a connettersi. Anche questo può essere facilmente risolto scegliendo una promozione conveniente con una compagnia telefonica e effettuando diverse copie di backup (così non si rischia di perdere niente! 😉).

Leggi anche: Come applicare la legge di Pareto per gestire il tuo tempo in modo produttivo

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto alcuni degli aspetti da valutare se stai pensando di abbandonare la città e diventare un nomade digitale. Come in tutte le cose, ci sono dei pro e dei contro, ma ciò che conta è mettere sul piatto della bilancia quello che ti fa stare bene e dare priorità alla tua salute mentale.

In bocca al lupo. 🙏🏻

💡Takeaways

  • Il nomadismo digitale e il lavoro da remoto sono due cose diverse. Il nomade digitale è solitamente un lavoratore indipendente che viaggia a tempo pieno, mentre lo smart worker ha una base fissa, ma può decidere di spostarsi e viaggiare per un breve periodo.
  • Lavorare da remoto può essere un modo per avere maggiore controllo del proprio tempo e della propria vita, ma è importante non confondere il lavoro a distanza con la necessità di essere sempre disponibili e reperibili.
  • Il nomadismo digitale può portare a un’esposizione a esperienze culturali diverse, permettendo di conoscere nuovi Paesi e culture, ma richiede anche un duro lavoro e un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata.
  • Il lavoro da remoto potrebbe seriamente ridurre le emissioni di CO2, diventando una scelta più green, e potrebbe aumentare il PIL dell’1,2%.
  • I lavoratori a distanza possono trovarsi alle prese con il senso di solitudine, ma è importante bilanciarla con momenti di socialità, indipendentemente dalla modalità di lavoro scelta. Inoltre, il fuso orario e la connessione Internet potrebbero rappresentare ulteriori problemi, ma possono essere risolti facilmente organizzando adeguatamente il proprio lavoro.

FAQ sul nomadismo digitale e il lavoro in città

Qual è la differenza tra nomade digitale e lavoratore da remoto?

La differenza tra nomade digitale e lavoratore da remoto è che il primo viaggia praticamente a tempo pieno, mentre il secondo ha di solito una base, ma può decidere di spostarsi e viaggiare per un paio di settimane.

Quali sono i principali vantaggi del nomadismo digitale?

I principali vantaggi del nomadismo digitale sono: l’esposizione a esperienze culturali diverse, un mondo più pulito e ricco e un ambiente di lavoro meno stressante.

Quali sono i possibili svantaggi del nomadismo digitale?

I possibili svantaggi del nomadismo digitale sono: il senso di solitudine, la questione del fuso orario e la connessione Internet.

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