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Onboarding in azienda, ovvero come inserire efficacemente un nuovo dipendente nella routine di un’impresa

Cosa si intende per onboarding in azienda?

Conoscere questo procedimento può rivelarsi molto utile in fase di assunzione, perché ti aiuterà a non provare il tipico senso di smarrimento di chi si approccia a una nuova esperienza lavorativa.

Per questo motivo, oggi vedremo cosa significa onboarding per un’impresa e com’è articolato.

Hai già l’impressione che questo articolo faccia al caso tuo?

Iniziamo!

Onboarding in azienda: che cos’è e da quali fasi è composto

nuova candidata di un'azienda si confronta con altre tre colleghe

Cosa si intende con onboarding e perché non deve essere confuso con l’orientamento

Il termine ‘onboarding‘ si riferisce ai processi di integrazione dei nuovi assunti nell’organizzazione e comprende:

  1. le attività che consentono ai nuovi dipendenti di completare un processo di orientamento iniziale;
  2. la possibilità di conoscere l’organizzazione a 360 gradi (quindi al livello di struttura, cultura, visione, missione e valori).

Per alcune organizzazioni, il processo di onboarding consiste in uno o due giorni di attività, mentre altre programmano una serie di incarichi che si possono estendere per uno o più mesi.

Come abbiamo anticipato, l’onboarding viene spesso confuso con l’orientamento.

Qual è dunque la differenza?.

Mentre l’orientamento è necessario per completare le pratiche burocratiche e altri compiti di routine, l’onboarding è un processo completo che coinvolge il management e altri dipendenti e può arrivare a durare fino a 12 mesi.

Esatto, proprio così.

Ad ogni modo, anche se tutti i nuovi dipendenti vengono inseriti, è la qualità di tale inserimento a fare la differenza. Troppo spesso l’onboarding consiste nel consegnare al nuovo dipendente una pila di moduli e nel fargli fare il giro della sede insieme a un supervisore o un professionista delle risorse umane per presentarlo a tutto il team.

Ma quando l’onboarding è programmato con rigore, si gettano le basi per un successo a lungo termine sia per il dipendente che per il datore di lavoro.

In che modo?

Semplice: può migliorare la produttività, costruire un rapporto di mutua fedeltà e aiutare i dipendenti ad avere successo già all’inizio della loro carriera.

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Onboarding in azienda: le quattro fasi fondamentali

Fase uno: pre-inserimento

La prima fase dell’onboarding, detta anche pre-onboarding, inizia non appena un candidato accetta l’offerta.

Questo è un momento cruciale per i futuri assunti per due ragioni fondamentali:

  1. hanno l’occasione di dimostrare di essere perfetti per il ruolo;
  2. possono decidere se desiderano davvero far parte dell’azienda.

Di solito, durante la fase di pre-onboarding i dipendenti compilano tutta la documentazione necessaria.

Fase due: accoglienza dei nuovi assunti

La seconda fase dell’onboarding è spesso dedicata ad accogliere i nuovi assunti nell’organizzazione e a fornire un orientamento per aiutarli ad ambientarsi.

Con tutta probabilità infatti, i candidati non conoscono nessuno all’interno dell’azienda e non hanno le idee chiare su come essa sia organizzata.

Ecco perché un obiettivo dei datori di lavoro è fornire loro un quadro chiaro e dettagliato prima che inizino a lavorare.

La maggior parte dei nuovi assunti, però, non vede l’ora di iniziare, quindi si tende a limitare questa fase a meno di una settimana.

Durante l’orientamento, è importante che ciascuno di loro comprenda la cultura organizzativa dell’azienda e come le pratiche di lavoro siano allineate con essa.

Inoltre, molti datori di lavoro discutono di vari argomenti come:

  • le ferie;
  • le presenze;
  • l’assicurazione medica;
  • le politiche salariali.

Dopodiché, si passa alla presentazione dei futuri compagni di squadra e altre parti interessate.

Alla fine della seconda fase, è possibile organizzare una riunione con i nuovi assunti per assicurarsi che si sentano a proprio agio e si stiano adattando bene.

team durante una riunione

Fase tre: formazione specifica per il ruolo

La fase di formazione è una delle più importanti dell’onboarding ed è direttamente correlata al successo dei nuovi dipendenti nel loro lavoro.

Senza una formazione formale, i dipendenti potrebbero non sapere cosa serve per eccellere, il che potrebbe portare a un crescente senso di insoddisfazione.

D’altra parte, un piano di formazione per i nuovi assunti ben articolato li aiuterà a sentirsi i benvenuti.

Ma cosa si intende davvero per formazione?

👉🏻Aiutare i dipendenti a familiarizzare con il sistema di gestione dell’azienda.

👉🏻Sperimentare varie tecniche di assimilazione delle informazioni (apprendimento misto, autoapprendimento, microlearning, ecc.).

👉🏻Fornire i materiali didattici necessari e renderli facilmente reperibili.

Fase quattro: agevolazione della transizione al nuovo ruolo

L’ultima fase dell’onboarding ha lo scopo di aiutare i dipendenti a passare dal ruolo di neoassunto a quello di dipendente a tutti gli effetti.

È qui che i datori di lavoro fissano obiettivi intelligenti che aiutino le new entry ad avere chiare le loro responsabilità e a visualizzare l’aspetto del successo, della qualità e della produttività.

Dopo un mese, un trimestre o un semestre, i recruiter saranno in grado effettuare una valutazione delle prestazioni di ognuno e decidere se potranno far parte del team in modo permanente.

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Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto che cosa si intende per onboarding in azienda e quali sono le quattro fasi fondamentali.

Come avrai visto, il periodo di inserimento all’interno di un’impresa è fondamentale per i candidati, perché hanno modo di valutare se quello possa essere il lavoro che fa per loro.

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