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Università e mondo del lavoro: perché dopo la laurea potresti non essere pronto a trovare un impiego

Essere un plurilaureato disoccupato è frustrante. Lo è quanto scoprire che il tuo colloquio si è rivelato inutile perché, alla fine, hanno assunto quello raccomandato.

Dopo tutti i sacrifici fatti, le energie spese per avere una media dignitosa, i soldi investiti per la formazione…

Scoprire di aver buttato anni della tua vita al vento perché “non c’è lavoro”, è davvero una brutta storia.

Ma c’è un modo per evitare che questo diventi realtà?

La risposta è sì.

Quale?

Se lo vuoi sapere, sappi che hai aperto nell’articolo giusto. Qui abbiamo cercato di spiegare perché i giovani faticano tanto a trovare un impiego dopo la laurea e quale potrebbe essere un modo per ovviare al problema.

Giovani plurilaureati nel 2022: perché non riescono (comunque) a trovare lavoro

ragazzo in giacca e cravatta con un documento tra le mani

I neolaureati di oggi fanno fatica a trovare lavoro: ecco perché la laurea da sola non basta più

Molti laureati si concentrano sul conseguimento di una laurea di primo livello, di una magistrale o di un master. Tuttavia, spesso questi titoli non sono sufficienti per impressionare i job recruiter.

La maggior parte dei responsabili delle assunzioni dà un’occhiata al voto di laurea, ma ciò non significa che questo sia l’unico requisito.

In altre parole, il titolo di studio non è una garanzia di successo per i colloqui.

Ma dove sta il problema?

Dato che c’è un’abbondanza di laureati qualificati, i recruiter selezionano solo i candidati più pronti per il posto di lavoro: parliamo quindi di persone in grado di dimostrare di avere le capacità e le competenze necessarie per svolgere la professione.

Il problema dell’insegnamento universitario è che non prepara al mondo del lavoro, e la regola “studia e trova un lavoro sicuro” non funziona più come un tempo.

Può sembrare un po’ drastico, ma purtroppo è ciò che sta accadendo adesso.

Molti ragazzi sanno come analizzare dei testi, sostenere degli esami e scrivere dei saggi impeccabili, ma non hanno acquisito le competenze richieste dai datori di lavoro oggi.

Purtroppo, in tanti non hanno sviluppato un pensiero critico o competenze di leadership e problem solving, perché l’università difficilmente crea contesti in cui qualcuno è obbligato a metterle in pratica.

Nel mondo del lavoro, invece, le persone devono mettersi alla prova e hanno modo di affinare certe competenze.

Quindi, capisci bene che un recruiter preferisce selezionare un candidato che, oltre al titolo di studio, ha delle spiccate competenze, sia soft che hard.

Leggi anche: Lavorare e studiare nello stesso momento? Sì, puoi farlo davvero (anche senza rinunciare a tutto il resto)

La mancanza di esperienza è il secondo motivo per cui è così difficile trovare lavoro dopo l’università

Essendo il percorso universitario particolarmente tosto, non tutti sono disposti a lavorare e studiare nello stesso momento.

Questa, purtroppo, è un’arma a doppio taglio.

Impegnarsi esclusivamente con l’università significa:

I recruiter non cercano soltanto i migliori laureati, ma anche coloro in grado di articolare le proprie competenze e dimostrare le proprie capacità.

Ci si aspetta che uno studente abbia anche affinato le soft skills come gestione del tempo, comunicazione e lavoro di squadra. A seconda del ruolo, potrebbe essere richiesto anche di dover dimostrare di possedere competenze specifiche.

Se quindi uno studente non ha alcuna esperienza, dovrà puntare sulle proprie abilità e metterle in mostra nel curriculum e in fase di colloquio.

ragazzi che lavorano in gruppo con i computer

Il 50% degli studenti crede che l’università non prepari al mondo del lavoro

Secondo alcune ricerche condotte negli ultimi anni, uno studente su due è convinto che l’università non sia in grado di prepararli per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Ma quali sono le problematiche rilevate?

  • Mancanza di esperienza (26% dei laureati e 35% dei non laureati);
  • mancanza di offerte di lavoro per particolari settori (17%);
  • poca propensione delle aziende ad assumere i giovani (19,5%).

Perciò, molti studenti ritengono che ci sia un po’ di attrito anche da parte dei recruiter, perché non sono propensi ad assumere neolaureati.

Altri, invece, credono che la formazione non sia adeguata e che abbia bisogno di un aggiornamento.

In altre parole, l’università dovrebbe iniziare a stare al passo con il mondo del lavoro e creare un ponte di connessione che accompagni i giovani.

Oggi, una volta finita l’università, capita a tanti di sentirsi persi e smarriti. Se poi riescono a trovare un’occupazione, si sentono catapultati in un mondo quasi del tutto sconosciuto in cui le competenze che hanno acquisito non sono veramente richieste.

Ecco perché, per far fronte a questo problema, noi abbiamo una soluzione.

La nostra piattaforma aiuta tanti giovani a inserirsi nel mondo del lavoro con facilità.

E come lo fa?

Semplice. Sostenendo il test della personalità, potrai capire quali sono le tue propensioni e selezionare solo le offerte più affini a te.

Inoltre, grazie alla possibilità di effettuare i colloqui da remoto, potrai conoscere tutti i job recruiter ovunque ti trovi.

Cosa aspetti? Carica il tuo CV e inizia subito la tua ricerca!

Leggi anche: Come essere più produttivi: 5 tecniche per rendere di più sul lavoro

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto perché è difficile passare dall’università al mondo del lavoro.

Molti studenti di oggi faticano per ottenere la laurea a pieni voti, passano il tempo a formarsi e istruirsi per poi constare che non hanno le competenze richieste dai recruiter oggi.

Stando a quanto dichiarano, l’università non è sempre in grado di fornire una preparazione adeguata che permetta ai giovani di inserirsi facilmente nel mondo del lavoro.

Ecco perché, se ti trovi in questa situazione, il nostro consiglio è di consultare CVing e iniziare finalmente la tua caccia al lavoro.

A presto!

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