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Come pensare positivo quando tutto va male: 4 consigli per riuscirci

Capita a tutti di avere dei brutti pensieri ogni tanto, il problema è quando questi diventano ricorrenti e minano il nostro quotidiano.

In altre parole, fatichi a raggiungere i tuoi obiettivi, il tuo umore è altalenante e non riesci ad apprezzare le piccole cose della vita.

Continuare così? Non è il caso, e lo sai bene.

Ecco perché in questo articolo cercheremo di analizzare le cause del pensiero negativo e come contrastarlo.

Buona lettura!

Pensiero positivo quando si sta male? Si può fare

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Qual è la ragione per cui abbiamo pensieri negativi?

Sebbene non esista un’unica ragione per cui abbiamo pensieri negativi, possiamo iniziare a rispondere a questa domanda guardando all’evoluzione dell’essere umano.

Per milioni di anni, i nostri antenati hanno vissuto in ambienti selvaggi e ostili, dove essere attenti a ogni possibile pericolo era un requisito fondamentale per la sopravvivenza. Qualsiasi rumore o movimento tra gli alberi poteva indicare la presenza di un predatore ed era una questione di vita o di morte individuarlo e reagire rapidamente.

In altre parole, l’ottimismo e la positività di allora avrebbero potuto spazzare via la nostra specie.

Per quanto ci consideriamo evoluti, la nostra società si è evoluta molto più velocemente del nostro cervello arcaico, che considera ancora necessario per la nostra sopravvivenza avere pensieri di preoccupazione e paura.

Solo che ora, nel 99,9% dei casi, la nostra vita non è in pericolo e sono piuttosto gli stessi pensieri negativi che, aumentando il tasso di ormoni dello stress come il cortisolo e l’adrenalina, sono dannosi per la nostra salute e il nostro benessere.

Sempre a causa del fatto che il nostro cervello si è evoluto molto più lentamente del nostro ambiente, abbiamo ancora bisogno di molto più tempo nella natura, di più connessioni umane e di più movimento di quanto la maggior parte di noi si conceda nelle nostre vite frenetiche nelle grandi città.

Non più di 50 anni fa, il 70% della popolazione mondiale viveva ancora in aree rurali. Questa mancanza di natura, connessione e movimento aumenta a sua volta gli ormoni dello stress, il senso di solitudine e alimenta il ciclo mentale negativo.

Ma al di là della storia evolutiva comune a tutti gli esseri umani che ci rende inclini al pensiero negativo, perché alcune persone sembrano bloccate nel pensiero catastrofico mentre altre non ne hanno quasi per niente?

Proprio perché si tratta di un comportamento appreso.

Fino all’età di 8 anni, siamo spugne e ogni esperienza vissuta modella la nostra percezione del mondo circostante. Fino a quell’età, la corteccia prefrontale, la parte del cervello responsabile del giudizio critico, non è ancora formata, quindi non abbiamo la capacità di prendere le distanze da ciò che ci accade, né dai messaggi che riceviamo.

Pertanto, un bambino che vive in un ambiente di scarsità, in cui non si sente accudito o in cui vede i genitori costantemente preoccupati, si crea una mappa mentale di un mondo pericoloso da cui dovrà proteggersi.

Crescendo, avrà un automatismo appreso di pensieri negativi molto più radicato di una persona che ha avuto un’infanzia in un ambiente sano.

Leggi anche: Queste le principali cause dell’autosabotaggio e come smettere di farci del male

Ok, detto questo, come possiamo trasformare i pensieri negativi in positivi? Quattro step per partire con il piede giusto

#1 Autoconsapevolezza

Oltre a prenderci cura di noi stessi e del nostro ambiente come base, dobbiamo imparare ad agire sul pensiero stesso.

In che modo?

Prima di tutto, dobbiamo riconoscere i pensieri negativi. Per l’85% di essi, si tratta di pensieri ripetitivi che tendiamo a reiterare in loop.

La prima fase è di osservazione, in cui dovrai:

  1. osservare i pensieri negativi ricorrenti per una settimana;
  2. annotarli su un quaderno.

In breve tempo sarai in grado di riconoscere quali sono quelli che ti attaccano più spesso.

#2 Essere indulgenti con sé stessi

In altre parole, dovresti perdonare la tua mente per avere questi pensieri così negativi.

Il motivo?

Perché ora stai iniziando a capire che la funzione primaria di questo pensiero è proteggerti da un mondo che il tuo cervello probabilmente considera ancora ostile e pericoloso.

Dopotutto, creare altri pensieri negativi per il gusto di averli non ti porterà nella giusta direzione, no?

Soprattutto nelle prime settimane di riprogrammazione, sii paziente nei tuoi confronti, non è un processo facile. Riconoscere ogni risultato e ogni passo è essenziale per mantenere la motivazione, oltre che per aumentare le emozioni e, ovviamente, il pensiero positivo.

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#3 Think different

Il punto tre, la scelta di un altro pensiero, è quello in cui creiamo questa nuova connessione cerebrale con un pensiero più positivo.

Ma attenzione: non si tratta di passare da 0 a 100, ma di scegliere un pensiero che sia un gradino più in alto nella ‘scala della positività’ e che ti permetta di sentirti meglio.

Per intenderci, non serve a nulla cercare di passare da “Sono sicuro di aver fallito il colloquio, sono stato pessimo” a “Sono stato bravissimo, sono sicuro al 100% che otterrò il lavoro!”.

Si creerebbe solo frustrazione non credendo a questo nuovo pensiero molto positivo. Anche perché sarebbe una bugia, e non puoi ingannare te stesso.

In questo caso potresti dire: “Ho fatto del mio meglio e ora la decisione finale non è nelle mie mani” oppure “Sono grato per il mio sforzo e non so cosa pensa la persona che mi ha fatto il colloquio”.

Inizia a concentrarti sugli aspetti positivi delle tue azioni, e ricorda che non devi attribuirti le colpe per ogni cosa che accade.

Nel caso di cui sopra, tu hai dato del tuo meglio al colloquio, hai messo in luce le tue capacità e i tuoi punti di forza. Ora sta al responsabile delle assunzioni scegliere il candidato che meglio si allinea alla visione dell’azienda e al ruolo.

#4 Spostare l’attenzione:

Essenzialmente significa smettere di concentrarsi su questa situazione. In effetti, all’inizio la tentazione sarà di tornare al pensiero negativo primario: ecco, non devi ricadere in questa trappola.

Una volta completato il punto tre e percepito un miglioramento del tuo stato, passa ad altro, sposta la tua attenzione su un’altra attività o su un altro argomento.

E questo è quanto.

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Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto quattro consigli per cominciare a pensare positivo anche quando le cose non vanno per il verso giusto.

È così semplice e complesso allo stesso tempo. Complesso perché al cervello piace prendere la strada di minor resistenza. Dunque ci vuole un po’ di pazienza e molta ripetizione per creare questo nuovo automatismo.

Ma il tempo passerà, che lo facciamo o meno, quindi tanto vale usarlo per liberarci dai pensieri negativi, no?

Ce la puoi fare. 💪🏻

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