La festa del primo maggio ha origine nella rivolta di Haymarket (avvenuta a Chicago il 4 maggio 1886) in cui si stimano dai quattro agli otto morti e dai 30 ai 60 feriti – tra i civili –.
Ma cosa è successo nel dettaglio?
E che cosa c’entra con il diritto allo sciopero?
In questo articolo si vedrà di rispondere a tutte queste domande, ponendo l’accento su come gli italiani festeggiano questa importante ricorrenza e perché non dovremmo mai dimenticarla.
Festa del 1° maggio: perché si festeggia?
Festa dei lavoratori: ecco com’è nata
La storia della rivolta di Haymarket del 1886 inizia in realtà vent’anni prima.
Dopo la guerra civile, i sindacati di Chicago avevano fatto richiesta per una giornata lavorativa di otto ore invece delle solite 12-14. In risposta, l’Illinois approvò una legge che sembrava andare a favore dei lavoratori, ma che presentava in realtà delle scappatoie che permettevano ai datori di lavoro di ignorarla.
Così sabato 1° maggio 1867, i sindacati indissero uno sciopero in tutta la città per protestare contro la legge ‘difettosa’. Seimila lavoratori si riversarono nelle strade, e la protesta si propagò a macchia d’olio.
Lo sciopero paralizzò l’economia della città per quasi una settimana, ma il movimento alla fine crollò e l’inefficace legge rimase invariata.
Negli anni ’80, la lotta per una giornata lavorativa di otto ore era ancora in corso, e Chicago era diventata l’epicentro del movimento.
Il 1° maggio 1886, i leader dei lavoratori indissero un altro sciopero. Credendo che la legislazione fosse una causa persa, i sindacati cercarono di imporre le loro richieste all’élite della città attraverso una protesta pacifica.
Quel giorno quasi 35.000 lavoratori lasciarono il lavoro e si riversarono nelle strade. La protesta rimase pacifica fino al 3 maggio, quando scoppiò una rivolta tra scioperanti e polizia che uccise due manifestanti.
Il 4 maggio, tremila persone si riunirono in piazza Haymarket per protestare contro la violenza della polizia la quale, nel tentativo di disperdere la folla, generò il caos. Qualcuno lanciò una bomba artigianale nella linea della polizia, uccidendo sette agenti. Allora i poliziotti aprirono il fuoco sulla folla, uccidendo quattro lavoratori.
Nessuno ha rivendicato la responsabilità della bomba, e ancora oggi non si sa chi l’abbia lanciata, ma otto anarchici che avevano partecipato alla protesta furono arrestati e accusati di cospirazione. Dopo il processo, sette furono condannati a morte. Uno si è ucciso in prigione, quattro sono stati impiccati e due sono stati condannati all’ergastolo e in seguito graziati.
La Giornata Internazionale dei Lavoratori, che si tiene ogni 1° maggio per onorare la classe operaia, viene celebrata in tutto il mondo, ma non negli Stati Uniti, dove è stata soppressa negli anni ’40 perché associata alla Rivoluzione Russa e al Comunismo.
Oggi, infatti, viene celebrata a settembre.
Fortunatamente, la rivolta ha avuto successo: alla fine, la giornata lavorativa di otto ore si è diffusa in diverse industrie all’inizio del 1900 prima di essere standardizzata dal Fair Labor Standards Act del 1938.
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E in Italia?
Gli italiani non rimasero di certo fermi a guardare.
Non appena giunse la notizia dell’uccisione degli insorti di Chicago dopo la rivolta, il popolo di Livorno insorse.
Nel 1888 infatti, si ribellarono contro le navi statunitensi che si trovavano nel porto della città, e successivamente contro la Questura, perché si riteneva fosse il nascondiglio del console degli USA.
Anche in Italia si ottenne il diritto alle otto ore lavorative, ma solo sotto il governo Mussolini, nel 1923.
In realtà, la Festa dei Lavoratori divenne ufficiale in Europa nel 1889, in occasione del congresso della Seconda Internazionale tenutosi a Parigi.
Nel bel paese però, la festa venne sospesa durante la dittatura fascista e sostituita dalla Festa del Lavoro, celebrata il 21 aprile (giorno della fondazione di Roma). Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, la festa verrà riconosciuta a livello nazionale a partire dal 1° maggio 1947.
Tuttavia, la celebrazione fu amaramente rovinata dall’eccidio di Portella della Ginestra.
La banda criminale di Salvatore Giuliano uccise quattordici lavoratori e ne ferì circa cinquanta durante la sfilata del corteo in festa.
Che cosa abbiamo ottenuto grazie a questa rivolta?
Grazie alla rivolta di Haymarket del 1886, i lavoratori hanno ottenuto:
- la riduzione dei giorni lavorativi;
- la riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore;
- il diritto di sciopero.
Oggi, a Roma, si celebra con un ‘concertone‘ che si tiene ogni anno dal 1990 in cui i big della musica si esibiscono in una maratona musicale rivolta a giovani e adulti.
Ma, ad ogni modo, è fondamentale ricordare il coraggio di chi si è battuto per migliori condizioni di lavoro per i propri figli e per chi è venuto al mondo dopo di loro.
Dobbiamo essere grati nei confronti di chi ha lottato, donandoci il diritto di opporci per ciò che è ingiusto e di combattere per i nostri ideali.
Buon 1° maggio a tutti!
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Conclusioni
Questo articolo aveva l’obiettivo di spiegare com’è nata la Festa dei Lavoratori, cos’è accaduto in Italia e che cosa abbiamo ottenuto in seguito.
E siccome siamo qui a parlare di lavoro, questo articolo si conclude con un accenno a CVing.
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