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Studio e lavoro: laurearsi conviene ancora

Hai da poco concluso le scuole superiori e hai in tasca il tuo diploma. Che fare ora? L’idea di riprendere in mano i libri e di trascorrere i prossimi anni a prepararti per un futuro professionale che senti incerto ti sembra un sacrificio inutile, qualcuno ti consiglia di non perdere tempo e di tuffarti nella ricerca di lavoro perché “in giro è pieno di laureati disoccupati”.

Prima di rinunciare all’Università guardati intorno

Se c’è un ambito professionale che ti interessa cerca di capire come evolverà e quanto spazio potrebbe offrirti se ti laureassi. A tal riguardo su CVing.com puoi trovare sempre informazioni e consigli che ti aiutano a conoscere meglio il settore di tuo interesse. Non perdere le nostre live su Twitch, i nostri webinar e le interviste ai recruiter per scoprire cosa raccontano le aziende che ti piacciono e quali sviluppi prevedono per il futuro. Scoprirai che esistono settori professionali in cui non c’è traccia di quei famosi “laureati disoccupati” di cui ti parla qualcuno.

Ma è davvero così facile restare disoccupati con la Laurea in tasca?

In realtà la Laurea conveniva in passato e conviene ancora. Secondo  il Rapporto 2021 di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati, il rischio di rimanere impigliati nelle maglie della disoccupazione diminuisce quando si innalza il livello del titolo di studio. A cinque anni dal conseguimento della Laurea infatti risulta impiegato l’88% dei giovani.

Non iscriversi all’Università o abbandonarla per non affrontare un esame troppo difficile, è oggi una scelta furba?

Assolutamente no: secondo le previsioni contenute nel report di Unioncamere – Anpal “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025)”, da qui ai prossimi 5 anni le richieste del mercato vedranno, per alcuni gruppi didattici, la domanda superare di gran lunga l’offerta.

Concludere gli studi conviene anche economicamente

Conti alla mano, laurearsi fa bene anche alle finanze personali: secondo i dati diffusi dall’OCSE, nelle nazioni più avanzate del mondo il 68% dei lavoratori laureati tra i 25 e i 64 anni ha redditi superiori a quelli mediani, contro il 46% dei diplomati e il 27% di lavoratori con titolo di studio inferiore al diploma.

Più competenze acquisirai, più lavorerai

Il mondo del lavoro è in trasformazione, stanno nascendo nuove professioni mentre quelle tradizionali richiedono nuove abilità. Nel frattempo il  nostro Paese, insieme alla Romania, detiene il record negativo per numero di laureati. In Italia solo il 17,9% delle persone in età lavorativa (15-64 anni), ha conseguito un titolo universitario, percentuale che sale al 27,8% per i 30-34enni, ma che rimane la seconda più bassa nell’Unione. Il mondo del lavoro in Italia ha un forte bisogno di laureati e per innalzare il livello di competenze tra i più giovani il PNRR italiano ha previsto una spesa di 33 miliardi e 810 milioni per istruzione e ricerca.

Ricapitolando: i laureati impiegano meno tempo a trovare lavoro, mediamente guadagnano di più dei lavoratori diplomati e in Italia il loro numero è ancora troppo basso… forse diventare “laureati disoccupati” non è poi così facile!

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